L'organetto diatonico è uno strumento originario delle Marche facente parte della famiglia degli aerofoni ad ancia libera in serie. È composto essenzialmente da tre parti: la cassa del canto, il mantice e la cassa dei bassi. La sua caratteristica principale è la "bitonicità" cioè: la capacità di produrre due differenti suoni a seconda dell'apertura o chiusura del mantice. "L'anima" dell'organetto è l'ancia (la voce), essa vibra con l'aria emessa dalla compressione del mantice che viene azionato dalle braccia del suonatore. Ciascuno strumento ha una diversa accordatura e di conseguenza un timbro differente. La sua affascinante storia, inizia addirittura 4500 anni fa, quando in Cina appare lo Sheng, strumento che per primo utilizzò il principio dell'ancia libera, fatta vibrare da una fonte d'aria.
Non si conosce l'esatta data di nascita di questo strumento la cui invenzione, si fa comunemente risalire al 6 Maggio del 1829 grazie all'opera del viennese Cyril Demian che brevetta l'accordeon, un piccolo strumento munito di mantice e cinque tasti, ma molto armonioso. Narra la leggenda che nel 1863, un figlio di mezzadri, Paolo Soprani, ottenne da un pellegrino, diretto al santuario della Madonna di Loreto (nelle Marche) una armonica che smontò in tutte le sue parti e la ricompose secondo il suo criterio. Quella fu la prima fisarmonica moderna, uno strumento, il cui suono divenne popolarissimo nelle piazze di tutta Europa e del mondo.
Gli esemplari esposti nel Museo dedicato a Francesco Bande risalgono ai primi del '900 data del loro arrivo in Sardegna. Il primo di questi strumenti appartenne al maestro Mario Bande, di Orani, padre di Francesco. Il Più antico degli esemplari esposti al museo è "La Sirena di Loreto" del 1873.